Come funziona

Per scoprire eventuali problemi di carburazione vediamo rapidamente come funziona il carburatore della Transalp.

immagine

La moto, ha due carburatori a depressione, con la manopola del gas comandiamo una valvola a farfalla, una seconda valvola detta a depressione è posta a monte di quest’ultima e comandata dalla depressione presente nel condotto di aspirazione, questo permette una migliore regolarità di funzionamento (ma per gli smanettoni fa perdere prontezza al motore). Alla valvola a depressione è collegato lo spillo conico. La benzina viene accumulata nella parte inferiore del carburatore (nella vaschetta) e mantenuta a livello costante da un apposito galleggiante. Sempre nella parte inferiore troviamo i getti ovvero delle viti con foro calibrato che regolano il flusso di benzina.

La rotella del minimo regola l’apertura minima della valvola a farfalla.

La valvola cut off blocca in fase di decelerazione e solo sopra i 3000 giri (funziona a depressione) la benzina che entrerebbe inutilmente nel motore.

La levetta dello starter tramite due cavetti sdoppiati, comanda un pistoncino che apre un circuito di arricchimento per le partenze a freddo.

Sulle nostre moto sono stati montati due diversi tipi di carburatori, il primo per le moto costruite dall' 87 al 95 e il secondo tipo montato dal 1996 al 99 per i 600 e, con i soli getti del massimo cambiati, per tutti i 650 fino al 2006. Il nuovo carburatore, ha differente conformazione interna e due attacchi in più che sui 600 (dal 1996-1999) sono collegati a due filtri aggiuntivi (vedi pagine successive). Si riconosce perché su quello di dx è montato il sensore di apertura che dialoga con le nuove centraline.

immagine

Se negli attacchi sono tutti compatibili (al massimo sui primi modelli 87-95 andranno aggiunti i due filtrini in più), sono invece cambiate le tarature, in particolare sul modello 650 che ha una carburazione grassa.

Infatti per rientrare nelle normative Euro1 prima e Euro2 dopo senza ricorrere all'iniezione elettronica, Honda ha tenuto carburazioni grasse che emettono poco ossido di Azoto NOX (che solo un buon sistema di iniezione con catalizzatore riducente permetterebbe di riportare entro le normative) ma molto Ossido di carbonio (CO) più facile da "trattare" trasformndolo in Anidride carbonica (CO2) semplicemente iniettando nello scarico aria fresca (sistema PAIR), aria che nel cosidetto "padellozzo" o impropriamente catalizzatore (visto che non è un catalizzatore trivalente) completa la combustione.
Questa soluzione se da un lato è assai economica, dall'altro ha rendimento assai limitato che ha portato ad un considerevole aumento dei consumi (rispetto al 600) e a una minor regolarità del motore, in particolare in quota.

I carburatori molto raramente vanno puliti, lo si fa solo se la moto viene lasciata ferma per molto tempo (almeno un annetto) con i carburatori pieni di benzina. Sporco difficilmente ne arriva in quanto vi sono tre efficacissimi filtri, nel serbatoio, sotto il rubinetto e sul carburatore. Quello nel serbatoio è l'unico da pulire/verificare periodicamente, sfilando il rubinetto.
Se invece si fanno lunghi percorsi molto polverosi (in genere capita solo durante viaggi avventura con percorsi desertici) capita che la polvere più sottile possa passare attraverso il filtro e vada a ostruire alcuni passaggi e/o a far perdere scorrevolezza al pistone a depressione. I sintomi più evidenti sono stappi scoppietti vuoti anche molto evidenti, ad esempio la moto va solo a gas spalancato o viceversa, in genere si tende a dare la colpa alla benzina di scarsa qualità ma la causa solitamente sta proprio in questa micropolvere, solitamente basta levare l'air box sfilare le due valvole a depressione e pulire tutto accuratamente meglio con aria compressa a bassa pressione.

In caso di lunghi inutilizzi, o di rifornimenti dubbi, può essere utile svuotare completamente i carburatori dalla benzina (per lunghi inutilizzi meglio farlo prima di fermare la moto), è un operazione estremamente semplice, sul fondo delle vaschette, una per lato, ci sono due viti (una per  carburatore ovviamente) e un piccolo beccuccio di scarico, svitando le viti si scarica la benzina. Se si vuole evitare imbratti il motore (non è poca quella contenuta) basta applicare due cannette sui beccucci prima di aprire le viti.

vitescaricovaschetta2

Se si volesse fare un "lavaggio" delle vaschette, basterà, mentre la vite è aperta, far entrare benzina nei carburatori, per farlo è però necessario attivare il rubinetto a depressione del serbatoio, altra operazione molto facile, si stacca la piccola cannetta che dal rubinetto benzina va al cilindro posteriore e si aspira, o con la bocca o meglio applicandovi una siringa, così da creare il vuoto e far aprire il rubinetto e defluire la benzina (in questo caso innestate sul beccuccio la cannetta e inseritela in un contenitore, se è trasparente vedrete anche se c'era sporco o depositi.

Una piccola nota, la benzina quando rimane ferma per molto tempo diventa densa e corrosiva e quando scompare lascia dei depositi che possono danneggiare i carburatori, quindi, in caso di lunghi inutilizzi (pariamo di oltre un anno) o si tiene sempre il carburatore pieno attivando di tanto in tanto il rubinetto a depressione, oppure si svuotano completamente i carburatori come sopra descritto. Una volta rimessa in servizio la moto basterà mettere nel serbatoio benzina fresca (fondamentale!) e riempire i carburatori sempre aspirando dalla cannetta di attivazione del rubinetto. In questo modo l'avviamento sarà immediato e ottimale, senza la necessità di attendere che i carburatori si riempiano.

 

  • Ultimo aggiornamento il .
  • Visite: 48668